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Extraordy al Red Hat Summit 2016 — Day 4, gli ultimi fuochi

Marcello Armand Pilon
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Quattro giorni ad un evento “overwhelming” come questo volano, e infatti siamo arrivati senza quasi rendercene conto alla fine. Abbiamo potuto seguire solo in minima parte i keynote, labs di varia natura, demo da parte degli ingegneri Red Hat e il padiglione degli espositori partner tale e tanta è stata l’offerta, sempre di altissima qualità.

L’ultimo keynote mattutino ha tirato le fila delle quattro giornate, parola chiave innovazione ricollegandosi idealmente al primo keynote di Jim Whitehurst. In nome dell’innovazione sono stati consegnati diversi premi, in primis il Women in Open Source Awards, che quest’anno è stato assegnato a Jessica McKellar, Director of Engineering at DropBox e alla giovanissima Preeti Murthy, Graduate Student, Carnegie Mellon University, Electrical and Computer Engineering, fra le altre cose sviluppatrice del kernel Linux.

È stata poi premiata l’azienda vincitrice del Red Hat Innovation Awards, premio dedicato a chi ha meglio saputo trasformare il proprio modello di business con l’aiuto dei prodotti Red Hat; il premio quest’anno è andato a Amadeus, azienda attiva “dietro le quinte” a supporto della quasi totalità degli operatori turistici. Tramite Red Hat OpenShift Container Platform Amadeus ha migliorato velocità ed efficienza delle prestazioni delle sue applicazioni online.

La seconda parte del keynote ha visto salire sul palco Tom Soderstrom, IT Chief Technology and Innovation Officer al Jet Propulsion Laboratory Laboratory (JPL) della NASA.

 

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Soderstrom ha definito il suo gruppo come “cinquemila persone che passano il loro tempo a farsi delle domande e a cercare le risposte“, persone che innovano ogni giorno trasformando “le idee in giocattoli e i giocattoli in strumenti per spingerci sempre più in là“. È stata una presentazione molto efficace e affascinante, un’altra occasione che abbiamo avuto per provare ad immaginare come potrà essere il nostro futuro grazie agli strumenti che il presente ci mette a disposizione.

Il resto della giornata è passato fra lab, incontri nel padiglione degli espositori, occasioni di social networking (che saranno oggetto di un altro post) fino al party finale, che ha chiuso ufficialmente il Red Hat Summit 2016 con appuntamento già fissato per la prossima edizione, naturalmente a Boston dal 2 al 5 maggio 2017. Appuntamento quindi fra un anno per toccare con mano di quanto si sarà alzata l’asticella, dove si sarà spinta l’innovazione e ancora una volta che cosa ci riserverà il futuro.

 

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