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RH436

Red Hat High Availability Clustering

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PREREQUISITI
Per partecipare al corso RH436 Red Hat High Availability Clustering è consigliabile aver conseguito la certificazione RHCE o una esperienza equivalente su RHEL.
DURATA
5 giorni
PREZZO (per persona)
3.600 € + IVA.
MODALITÀ DI EROGAZIONE

Per chi è pensato il corso?

Questo corso, della durata di quattro giorni, è pensato per amministratori di sistema Linux esperti e si concentra prevalentemente su attività di laboratorio. I partecipanti impareranno a distribuire e gestire sistemi di storage condiviso e cluster di server che forniscono servizi di rete in alta affidabilità per ambienti enterprise mission critical e business critical.

Questo corso è propedeutico all’esame Red Hat Certificate of Expertise in High Availability Clustering (EX436).

Descrizione del corso

Il corso RH436 Red Hat High Availability Clustering, inizia descrivendo le logiche di un cluster ad alta affidabilità HA (High Availability) e trattando gli aspetti fondamentali della gestione di un cluster HA..  Il fencing è quella capacità che ha il cluster di escludere i cluster nodes che si comportano in modo anomalo dal cluster stesso per poter garantire la persistenza del dato di produzione. Ricordiamoci sempre che l’obiettivo numero 1 del cluster è garantire l’integrità del dato di produzione. Non deve in alcun modo rischiare di corrompersi. Solo dopo aver garantito il dato, il cluster potrà garantire la continuità di servizio.

RH436 Red Hat High Availability Clustering and Storage Management image

Concludiamo il primo giorno di corso comprendendo come creare a gestire le risorse del cluster.

Al secondo giorno del nostro corso ufficiale Red Hat RH436 parliamo di troubleshooting, quindi impariamo a fare tutte quelle azioni che ci permetteranno di mantenere il cluster in produzione anche in caso di problemi.

Continuiamo andando a lavorare su risorse di tipo complesso, che poi aggregheremo in un resource group, che per noi è l’equivalente di un servizio gestito dal cluster.

Al termine della seconda giornata parliamo del peggior cluster possibile: il cluster a due nodi. Un cluster non deve mai essere a due nodi perché non avremo mai una votazione del cluster con una maggioranza assoluta, ma dovremo studiarlo perché nel mondo reale molti cluster sono proprio a due nodi quindi dobbiamo imparare a gestirli. Ricordate che la best practice indicata da Red Hat per una soluzione HA deve essere a tre nodi.

Continuiamo il terzo giorno parlando di storage. Abbiamo compreso come il nostro cluster che sarà composto da N nodi, tipicamente tre, ed avrà uno SHARED STORAGE, che potrà essere una LUN tramite fibre channel oppure via iSCSI.

Quindi al terzo giorno studiamo come funziona iSCSI su RHEL7, nella sua parte initiator, quindi il client di iSCSI che andrà ad utilizzare le LUN esposte da un TARGET proposte da un TARGET PORTAL. Andremo a studiare il MULTIPATH, vi ricordo che un cluster deve avere zero SPOF, e l’accesso al dato di produzione sulla SAN non deve essere anch’esso un SPOF. Come otteniamo questo risultato? Con il multipath. Lo possiamo fare con iSCSI che con la fibra via HBA. Studieremo poi LVM e la sua versione clusterizzata di ClusterLVM per utilizzo condiviso tra i nodi del cluster sulla LUN. E quindi nel momento in cui, grazie alla flessibilità di LVM, effettuiamo una modifica, questa verrà propagata su tutti i nodi del cluster.

Ovviamente sul LV – logical Volume – dovremo metterci qualcosa. Questo sarà l’argomento del quarto giorno: tratteremo GFS2 – Global File System 2 – che è un clustered filesystem, prodotto Red Hat basato su progetto community, che mi permette di avere accesso concorrente condiviso a lo stesso filesystem presente sulla SAN. Quindi la SAN proporrà una LUN, sulla quale metteremo un LV – Logical Volume – parte di un Volume Group clusterizzato, su questo LV andremo a mettere un filesystem che sarà di tipo cluster, quindi GFS2.

Continueremo parlando di quali sono tutti gli approcci per eliminare i SPOF – SinglePointOfFailure – della nostra infrastruttura e trovare i problemi che possono causare un fermo di servizio. Completeremo il quarto giorno con la Comprehensive review, è un grande laboratorio che coinvolge tutti gli argomenti trattati durante i quattro giorni, ed è particolarmente focalizzato per chi dovrà fare l’esame di certificazione. Questo corso, come tutti i corsi Red Hat della serie RHCA – Red Hat Certified Architect – prevede un esame finale di certificazione che garantirà una CoE – Certificate Of Expertise – che insieme ad altre quattro permetteranno di ottenere la RHCA.

Prerequisiti per accedere al corso

Per partecipare al corso RH436 Red Hat High Availability Clustering è consigliabile aver conseguito la certificazione RHCE o una esperienza equivalente su RHEL.

Obiettivi del corso

Il corso RH436 Red Hat High Availability Clustering, della durata di quattro giorni studia ed approfondisce tutti gli aspetti di un cluster su RHEL7. Le novità introdotte sul cluster da corosync e pacemaker della RHEL8 differiscono notevolmente dal cluster della RHEL6.

L’introduzione di tutti questi argomenti è estremamente interessante per tutte quelle soluzioni che necessitano di un servizio in alta affidabilità per sistemi mission e business critical.

Programma del corso

Creazione di cluster ad alta disponibilità

  • Creare un cluster ad alta disponibilità di base.

Gestione dei nodi e del quorum del cluster

  • Gestire l’appartenenza ai nodi nel cluster e descrivere come influisce sul funzionamento del cluster.

Isolamento dei nodi del cluster malfunzionanti

  • Isolare i nodi del cluster che non rispondono per proteggere i dati e ripristinare servizi e risorse dopo un errore.

Creazione e configurazione delle risorse

  • Creare risorse di base e gruppi di risorse per fornire servizi ad alta disponibilità.

Risoluzione dei problemi dei cluster ad alta disponibilità

  • Identificare, diagnosticare e risolvere i problemi dei cluster.

Automazione del deployment di cluster e risorse

  • Eseguire il deployment di un nuovo cluster ad alta disponibilità e delle risorse del cluster utilizzando l’automazione di Ansible.

Gestione dei cluster a due nodi

  • Utilizzare cluster a due nodi identificando ed evitando i problemi specifici delle configurazioni di cluster a due nodi.

Accesso allo storage iSCSI

  • Configurare gli iniziatori iSCSI sui server per accedere ai dispositivi di storage a blocchi forniti dagli array dello storage di rete o dai cluster di storage Ceph.

Accesso resiliente ai dispositivi di storage

  • Configurare l’accesso resiliente ai dispositivi di storage con più percorsi di accesso.

Configurazione di LVM nei cluster

  • Selezionare, configurare e gestire la configurazione LVM corretta da utilizzare nel cluster.

Fornitura di storage con il file system del cluster GFS2

  • Utilizzare il file system del cluster GFS2 per fornire simultaneamente uno storage condiviso con accoppiamento elevato a cui possono accedere più nodi.

Eliminazione dei singoli punti di errore

  • Identificare ed eliminare i singoli punti di errore nel cluster per ridurre il rischio e aumentare la disponibilità media del servizio.

 

Il programma del corso è soggetto a modifiche in base alle innovazioni nelle tecnologie e all’evoluzione degli argomenti trattati. Per chiarimenti su obiettivi e specifici argomenti contatta: training@extraordy.com

Dopo il corso

E’ disponibile l’ esame EX436

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