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Extraordy al Red Hat Summit 2016 — Day 2, il Keynote di Jim Whitehurst

Marcello Armand Pilon
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Red Hat Summit 2016, secondo giorno. Di fatto la prima giornata è servita solo per ritirare l’accredito con relativi gadget (zaino, maglietta e caraffa termica) e per prendere confidenza con le varie location dove si svolgeranno i vari eventi. Il Moscone Center non è infatti un unico centro congressi, ma vari palazzi che in occasione del Summit svolgono funzioni diverse. Nello specifico, il Moscone North ospita i vari keynote che si susseguiranno fino al 30 giugno, mentre il Moscone West ospita gli hands-on labs, le breakout sessions  e lo spazio espositivo di Red Hat stessa e dei partner. Questa mattina alle 8:30 si è svolto il primo keynote, quello che ha avuto come protagonista indiscusso Jim Whitehurst, presidente e CEO di RedHat.

 

Jim Whitehurst

 

La presentazione per forza di cose non ha avuto una connotazione tecnica, ma si è piuttosto incentrata sulla visione e sulle future strategie che Red Hat perseguirà da qui in avanti. Le parole chiave sono state partecipazione e open, e la metafora dell’orchestra che ha fatto da sfondo è stata scelta per indicare come in un mondo complesso nessuno possa più permettersi di lavorare da solo, ma i singoli progetti vadano condivisi per portare ad un risultato finale armonioso, come appunto il risultato di una prova d’orchestra. Anche aziende sulla carta concorrenti devono oggi aprirsi alla collaborazione per rimanere competitive e crescere.

Per sapere qualcosa sugli sviluppi tecnici appuntamento al keynote di domani mattina, 29 giugno, sempre alle 8:30, questa volta con protagonista Paul Cormier, Executive Vice President di Red Hat e President of Products and Technologies.

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Marcello Armand Pilon